Concerto del Polifonico di Ruda - 26 di Aprile ore 20.45

Pubblicata il 18/04/2024

Concerto del coro Polifonico di Ruda il 26/04/2024 ore 20.45 a Moruzzo presso la pieve di San Tomaso Apostolo

PROGRAMMA CONCERTO MORUZZO 26/04/2024
 
Kentaro Sato, Expergisci
Alessio Domini, Seirenes (solista Claudio Zinutti)      
Eric Whitacre, Lux aurumque
Giovanni Sollima (adatt. F. Mussutto), Madonìe
Remo Anzovino, 9 ottobre 1963 Suite for Vajont
Randall Thompson, Tarantella
Nicola Piovani (arr. A. Cadario),  Beautiful that way
Giuseppe Rachel (arr. V. Sivilotti), Non potho reposare
Giovanni Sollima (adatt. F. Mussutto), Guerra

 
Kentaro Sato (1981) – Expergisci
È il Risveglio del compositore giapponese Kentaro Sato, autore della musica e del testo, tradotto in latino per restituire con aderenza l’effetto sacrale di questo canto iniziatico della rinascita. La pace dell’alba, il respiro della natura, il canto degli uccelli al sorgere del sole, sono alcuni tra i momenti evocativi di un Eden ritrovato. Un’elevazione laica che si dispiega nelle volute universali di pace e fratellanza.
Alessio Domini (1991) - Seirenes
 
L’opera, qui nella versione per coro, pianoforte e percussioni, prende ispirazione da un inciso di Leonardo da Vinci nel quale rielabora il tema omerico del canto delle sirene. A questo si intersecano il testo dell’Odissea dal libro XII in lingua originale ed una poesia in friulano di Amedeo Giacomini. È il canto il veicolo di attrazione irresistibile e misterioso di questa composizione la cui musica rivisita una danza rinascimentale friulana dal titolo Putta Nera scritta da Giorgio Mainerio e contenuta nel Primo Libro de’ Balli e Canti.
 
Eric Whitacre (1970) - Lux aurumque
 
Luce di Dio, così sottotitola questo brano corale lo statunitense Eric Whitacre ispirato da un poema di Edward Esch e tradotto in latino da Anthony Silvestri. È un canto raffinato, con condotte armoniche ristrette ed equilibrate, espresso a bassa voce con portamento quasi parlato. Raccoglie in una intimità celestiale le luminosità di voci che si aprono in un canto elevato di spiritualità. Leggero, caldo e pesante come l'oro puro, così gli angeli cantano dolcemente al neonato.
 
Giovanni Sollima (1962) - Madonìe da “Canti rocciosi” (Adattamento: Ferdinando Mussutto)
Dalla suite in sette movimenti che il violoncellista e compositore siciliano scrive nel 2001 per celebrare l’ingresso delle Dolomiti nel Patrimonio dell’Umanità Unesco, “Madonie” prende ispirazione da un antico testo popolare di Polizzi che qui si traduce in canzone strofica. Rinvigorita da una ritmica tagliente e battimani, nelle divisioni del coro sostenuto un organico strumentale d’insolito carattere, questo nuovo canto di tradizione rende memori di quanto l’antico sia sempre d’attualità.
 
Remo Anzovino (1976) - 9 ottobre 1963 (Suite for Vajont)
Sessant’anni fa oltre 250 milioni di metri cubi dal Monte Toc si riversarono nel bacino idroelettrico del Vajont, tra Friuli e Veneto, provocando un’onda immensa che investì i paesi di Erto, Casso, distruggendo Longarone e diversi altri abitati. Furono oltre duemila le vittime di questo disastro senza precedenti. Il compositore pordenonese Remo Anzovino ha scritto in onore di tutti i sommersi una suite di struggente bellezza, dove alle melodie scarne ed essenziali del pianoforte si intersecano le voci del coro virile tra onomatopee, vocalizzi e lamenti in un crescendo di disperata potenza.
 
 
Randall Thompson (1899-1984) - Tarantella
 
Del compositore e didatta statunitense Randall Thompson, già maestro ad Harvard di Leonard Bernstein, “Tarantella” è uno dei brani tra i più rappresentativi della sua produzione corale. Composto nel 1937 per l’Harvard Glee Club, il lavoro si basa su una poesia di Hilaire Belloc che argomenta di Miranda e di una vivace locanda negli alti Pirenei, un ambiente di festa che ora non c’è più. Per coro maschile con accompagnamento pianistico, la composizione richiama sotto varie forme le danze tradizionali del sud Italia.
 
Nicola Piovani (1946) - Beautiful that way (Arrangiamento: Alessandro Cadario)
Dal film “La vita è bella” di Roberto Benigni, vincitore di tre premi Oscar, nove David di Donatello, cinque Nastri d'argento, altrettanto Globi d'oro e molti altri riconoscimenti ancora, il brano reso celebre dalla cantante Noa trova nella veste per coro maschile di Cadario una dimensione originale. Una forma che nulla toglie, ma piuttosto aggiunge amplificandone la resa, all’espressione universale di un messaggio positivo che diventa corale.
Giuseppe Rachel (1858-1937) - Non potho reposare (Arrangiamento Valter Sivilotti)
 
È il più bel canto della tradizione sarda, qui espresso da voci virili sostenute dal violoncello su note lunghe, fino all’apertura di un vero controcanto. Una versione che imprime ad “A diosa” (Alla dea), questo il titolo originale dai versi di Salvatore Sini, un’elevazione sacrale. Un poema amoroso che è entrato nel novero delle più conosciute arie della letteratura musicale in lingua minoritaria, reso in uno speciale arrangiamento che ne esalta i profondi sentimenti.
 
Giovanni Sollima (1962) - Guerra da “Canti rocciosi” (Adattamento: Ferdinando Mussutto)
 
Liberamente ispirato dal romanzo “Addio alle armi” di Ernest Hemingway, il sesto movimento della suite “Canti rocciosi” di Sollima, composta per celebrare l’ingresso delle Dolomiti nel Patrimonio dell’Umanità Unesco, è un vero e proprio attacco alla stupidità dell’uomo. Forte la domanda: “Perché non smettono di combattere?”, tra sirene, declamati ossessivi, scandite posizioni di un dichiarato ripudio ad ogni guerra, passata e presente, nell’augurio che non possano esistere conflitti nemmeno nel futuro più lontano.
 

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