Descrizione
Dell'antico fortilizio rimangono i grossi muri della bastonatura, mentre molte delle pietre che costituivano le mura del castello, furono utilizzate dalla popolazione per edificare altre abitazioni e per ampliare la stessa Pieve di Santa Margherita. La grande chiesa sorge sulla preesistente cappella, ora Cripta S. Sabida (sec. VIII, e durante il corso dei secoli ha subito numerosi interventi di restauro, l'ultimo nel 1954, anno in cui si ricondusse la tacciata a linee semplici e severe e venne aperto nuovamente il rosone gotico.
L'importanza della località derivò probabilmente dal fatto che, nei pressi, passasse la Strada Cividina che, ponendo dall'antica Forum Julii, raggiungeva le attuali Godia. Molin Nuovo, Feletto Umberto, Ceresetto, Martignacco, per allacciarsi alla Via Concordiese in prossimità di Fagagn
Il Tiglio di Moruzzo è uno degli alberi più vecchi d'Italia: esso, infatti, viene citato nei testi di botanica tra quelli con oltre 500 anni di vita; la sua esistenza è storicamente documentata fin dal 1301 (atto del Notaio Pre Jacopo di S. Margherita).
Il Tiglio, oltre ad essere il simbolo della comunità di Moruzzo, è anche un simbolo di democrazia, giacché sotto di lui si tenevano le assemblee dei capifamiglia che, al suono di una campana si riunivano sulla piazza per trattare particolari argomenti a carattere amministrativo e giuridico riguardanti il territorio.
Qualunque sia stata l'origine e la proprietà di questi due castelli, sappiamo che quello denominato "Superiore" è stato costruito con estrema perizia, tanto da permettere alle sue strutture di arrivare ai giorni nostri in un discreto stato di conservazione.
Prima del terremoto del 1976 era possibile vedere la cortina muraria interna, il piccolo mastio e, addossato alla cinta settentrionale, il Palazzo del Capitano.
Poco discosta, la Chiesetta di San Leonardo costituisce, insieme alle due barchesse all'ingresso, la parte rimasta della grande villa costruita nel XVII secolo e data alle fiamme durante l'occupazione austriaca dopo Caporetto.
Successivamente la costruzione fu riportata allo splendore antico su progetto dell'architetto udinese Provino Valle.
Il "Castello Inferiore" fu abbandonato nel 1630 e, insieme alla limitrofa chiesetta dedicata a S. Andrea, cadde nella più totale rovina. Oggi, dell'antica costruzione, rimangono una torre con due finestre a sesto acuto ed alcuni ruderi.