GIORNATA INTERNAZIONALE PER L'ELIMINAZIONE DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE

Pubblicata il 25/11/2020

La violenza contro le donne ha assunto proporzioni così allarmanti da richiedere un posto tra le priorità delle agende politiche dei Comuni.
Si tratta di una vera e propria violazione dei diritti umani, ad oggi probabilmente la più diffusa. Tutti i giorni leggiamo o ascoltiamo notizie che parlano di donne umiliate, maltrattate, lese nell'autostima, ostacolate nel raggiungimento della loro indipendenza economica. Le amministrazioni hanno il dovere di promuovere atti concreti e iniziative allo scopo di affermare e divulgare una cultura di rispetto dei diritti e della persona.
Quest’anno, visto il perdurare dell’emergenza sanitaria, non verranno organizzati eventi in presenza di pubblico, ma non vogliamo che questa giornata passi inosservata, anzi. In tempo di lockdown tutto si è acuito per le donne: esse hanno visto sovrapporsi, nelle stesse ore della giornata, il loro lavoro familiare con quello extradomestico, e questo le ha costrette, a volte, a scegliere di abbandonare il lavoro o di trasformarlo in part time, o, nella peggiore delle ipotesi, sono state licenziate per le assenze obbligate dal sovraccarico di lavoro, o ancora, spesso, sono state messe in cassa integrazione per prime rispetto agli uomini. Il Covid-19, inoltre, non ha fermato le violenze domestiche: durante il lockdown le denunce di donne vittime di abusi e maltrattamenti sono aumentate sia in Italia che negli altri paesi.
Il filo conduttore della nostra iniziativa sarà lo stesso dello scorso anno: la celebrazione di questa giornata guardando positivamente, andando oltre al puro aspetto delle denunce, dei fatti di cronaca e delle tabelle statistiche.
È vero, i dati sono allarmanti e vanno resi noti per scuotere le coscienze, ma il nostro intento è soprattutto quello di evidenziare che, come ci sono tante mani che colpiscono, in questi ultimi anni ci sono anche altrettante mani che aiutano. Diverse sono le associazioni che offrono sostegno alle donne vittime di violenza. Accanto a queste riteniamo sia di notevole importanza evidenziare e sottolineare come la complicità e l’empatia che si crea fra donne, amiche, sorelle, possano scaturire degli effetti straordinari. Il confidarsi e il farsi aiutare, il ricevere la spinta ad avere il coraggio di denunciare, il consiglio a non mollare, quante volte lo riceviamo dalle donne a noi vicine, cambiando inaspettatamente il corso delle cose, smuovendo la stasi dalla quale non si trova il coraggio di uscire… questa è la forza della “sorellanza”.
Per questo motivo come simbolo per la celebrazione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne 2020, abbiamo scelto di valorizzare la figura di Cora Slocomb di Brazzà, nata a New Orleans e divenuta nostra concittadina sposando il conte Detalmo Savorgnan di Brazzà. Una nobildonna che fin dai primi anni del ‘900 ha dedicato la sua breve, ma intensa vita a promuovere il rispetto dei diritti, la dignità del lavoro, l’importanza dell’istruzione delle donne, visti come strumento di giustizia, valorizzazione ed emancipazione femminile.
Invitiamo tutti a seguire l’evento Instagram che verrà creato e lanciato il giorno 25 novembre a cura ell’influencer friulana Federica Xotti (@travelliamo), che ci parlerà di Cora e ci descriverà l’opera d’arte realizzata dall’artista Massimo Racozzi che verrà posizionata, non appena ci sarà possibile, all’interno del borgo di Santa Margherita del Gruagno, luogo simbolo di Cora. Siamo davvero entusiasti di come l’artista, con grande sensibilità e bravura, abbia progettato quest’opera, dodici significative figure incorniciano il volto di Cora Slocomb di Brazzà, tante quante sono state le sue più importanti iniziative:

  LEGENDA SIMBOLI OPERA CORA
  1. Stemma
Cora Slocomb nacque a New Orleans nel 1860 da una facoltosa famiglia che le offrì un’educazione cosmopolita di alto livello. Nel 1887 sposò il conte Detalmo di Brazzà Savorgnan Cergneu e si trasferì nel castello di Brazzà dove diede avvio alle sue molteplici attività.
 
  1. Donna
Tutte le sue iniziative erano rivolte alle donne e miravano a promuovere il rispetto dei diritti, la dignità del lavoro, l’importanza dell’istruzione visti come strumento di giustizia, valorizzazione ed emancipazione femminile. Cora si battè contro la pena di morte in USA, considerata già allora come un potente strumento di repressione dei gruppi di minoranza. Salvò dalla sedia elettrica un’immigrata italiana.
 
  1. Merletto
“Attaccato al filo che tessono c’è tutto il loro mezzo per un’esistenza onesta”.
Con queste parole Cora voleva dimostrare che l’aiuto alle persone più deboli in generale e alle donne in particolare non doveva provenire dall’elemosina ma dalla creazione di istituzioni che potessero elevare ad una maggiore dignità. Nel 1891 fondò la prima SCUOLA COOPERATIVA PER MERLETTI A FUSELLI. A questa prima scuola si ispirarono e ne seguirono altre sette.
 
  1. Matita e Pennello
Frequentò la prestigiosa scuola di Belle Arti di Monaco, l’amore per l’arte accompagnò Cora per tutta la vita. Si dilettò nella pittura e soprattutto nella realizzazione di numerosi disegni di merletti, elaborando quelli classici ed impostando trame innovative richieste dalla varia clientela. Per l’esportazione in America venivano prodotti merletti colorati e impreziositi con fili d’oro riproducenti foglie, iris, coralli e altri elementi naturali.
 
  1. Torre
Fu socia fondatrice e presidente delle INDUSTRIE FEMMINILI ITALIANE con sede a Roma. L’intento era quello di tutelare i diritti delle donne e promuovere la loro dignità attraverso il lavoro.
Nel 1891 organizzò nel castello di Brazzà la prima ESPOSIZIONE LOCALE DI EMULAZIONE FRA CONTADINI con lo scopo di stimolare la produzione agricola locale. L’evento coinvolse Moruzzo e sette comuni limitrofi. In questa occasione la contessa istituì il premio per la "creatività".
 
  1. DELSER
Anche la storia dell'industria dolciaria Delser di Martignacco è legata a Cora. Fu proprio lei ad incentivare la produzione di un particolare tipo di biscotto dapprima prodotto in una piccola trattoria locale. I primi biscotti della fabbrica Delser, oblunghi e adatti a essere inzuppati, portavano impressa la scritta “Brazzà”.
 
  1. Natura
“Tratta gli uccelli, le bestie e tutte le esistenze del mondo animale e vegetale con giustizia e gentilezza…..fa tuo lo scopo di piantare, nutrire e propagandare tutto ciò che conduce al miglioramento morale e fisico della famiglia, della casa e della nazione”.
Diffuse la commercializzazione delle viole di Brazzà - bianche, doppie e profumatissime selezionate dal cognato Filippo di Brazzà e coltivate dalle donne friulane lungo i filari delle viti.
 
  1. Giocattoli
Per incrementare l'occupazione femminile locale, fondò anche un’INDUSTRIA di GIOCATTOLI con sede a Fagagna. Qui venivano prodotte bambole vestite con costumi tradizionali friulani, colombe bianche da appendere sulle culle e animali di peluches. Di Cora erano i disegni, dagli Usa i materiali, locale la manodopera femminile. Con lo scoppio della Prima guerra mondiale la fabbrica chiuse i battenti a causa delle difficoltà nell’approvvigionamento delle stoffe.
 
  1. Libri
Scrisse un testo sulla storia dei merletti dedicato alla regina Margherita,
pubblicò un romanzo d’amore da lei illustrato ed elaborò un “trattato” di pedagogia che conteneva le istruzioni per l’educazione della figlia.
 
  1. Musica
Accanto alle arti dei “mestieri necessari”, Cora affiancò le arti gentili come la musica. Pensò di realizzare una Scuola estiva internazionale di arte, musica, lingue, agricoltura, economia domestica e lavori femminili, a Santa Margherita del Gruagno. Questo ambizioso progetto non fu mai realizzato.
 
  1. Trifoglio
Il trifoglio ricordava a Cora l’origine irlandese della sua famiglia. Lo usò come logo nella produzione dei merletti.
 
  1. Pace
“Fa che il sacro spirito della pace sia un potere vivente nella tua vita……Cerca ogni giorno di pronunciare qualche parola o eseguire qualche piccola azione per promuovere la causa della pace sia in casa che fuori”. Cora di Brazzà fu anche un’attivista per la pace e la non violenza. Progettò la bandiera della Pace Pro Concordia Labor, nei tre colori giallo, viola e bianco, appositamente scelti in quanto rendevano lo stendardo unico, originale. Le mani giunte, una maschile e una femminile, rappresentano la volontà di lavorare insieme per la pace.
 
Cora morì nel 1944.
 
Evento organizzato da Liva Manuela, in qualità di assessore alle politiche sociali e pari opportunità in collaborazione con la commissione pari opportunità di Moruzzo
 
Ringraziamo la regione, in particolare la Direzione centrale lavoro, formazione, istruzione e famiglia, che ha contribuito alla realizzazione dell’opera dedicata a Cora Slocomb di Brazzà, ringraziamo Zero su Tre, nostro partner dell’evento, l’associazione udinese nata nel 2016 che si occupa di contrastare tutti i tipi di violenza sulle donne (psicologica, economica, fisica) con azioni mirate alla prevenzione ed alla sensibilizzazione, e ringraziamo la professoressa Mariangela Toppazzini per i suoi preziosi suggerimenti.
 
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